Le news del 06.11.2008
La Fondazione
Giovanni
Agnelli ha recentemente reso noto un primo report sintetico di un’interessante
ricerca condotta in collaborazione con le Direzioni Scolastiche
Regionali di Piemonte, Emilia Romagna e Puglia. La ricerca,
relativa ai docenti della scuola italiana, ha coinvolto i neo-assunti
nell’anno scolastico 2007/08. Il panorama delineato, a premessa dell’indagine, pone in evidenza due
gravi limiti della scuola italiana: la qualità degli apprendimenti
degli alunni risulta, mediamente, inferiore a quella degli altri paesi
sviluppati; la scuola italiana non riesce ad essere un fattore di
ascesa sociale e di promozione del talento. L’indagine sui docenti neoassunti è stata condotta mediante
questionari compilati su base volontaria, proposti loro nell’ambito
dei corsi di formazione obbligatori durante il primo anno di servizio.
Dei 10.872 docenti compilatori, distribuiti equamente nelle tre
Regioni, 9.047 hanno compilato il questionario in tutte le sue parti,
consentendo di utilizzare le loro opinioni per l’elaborazione. Alcuni elementi oggettivi che
emergono dall’indagine sono:
Agli intervistati è stato anche chiesto di esprimere la propria opinione
su alcune questioni emergenti:
Riguardo le rilevazioni internazionali (es. OCSE-PISA) i docenti sono
sostanzialmente d’accordo nel ritenerle utili per far riflettere i
decisori politici sull’efficacia del sistema educativo e utili agli
insegnanti, perché possano confrontare il livello di competenze degli
alunni. L’atteggiamento verso l’adozione di un sistema nazionale di
valutazione è differenziato tra gli intervistati, ma
sostanzialmente positivo, così come nei riguardi di una progressione
di carriera. Il 67 % degli intervistati ritiene utile differenziare
i percorsi di carriera in funzione del diverso impegno
nell’insegnamento, il 62,9 % è favorevole ad una
differenziazione che tenga conto dell’assunzione di maggiori
responsabilità organizzative e di coordinamento, il 47,4 %
ritiene che occorrerebbe differenziare le retribuzioni in base a
standard di complessità (contesto sociale e ambientale, numerosità
di alunni con bisogni specifici, …), il 41,2 % ritiene necessario il
riferimento ad una misurazione della professionalità in base a
standard regionali/nazionali. Assolutamente imprevista ed incoraggiante la posizione dei docenti
riguardo una questione fondamentale per la piena attuazione
dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ovvero l’assunzione
diretta di una parte del personale. Pur essendo una questione
controversa, è assai interessante rilevare che il 43,9 % dei
docenti intervistati è favorevole. In definitiva, lo studio della Fondazione Agnelli, condotto su un così
ampio campione di docenti, denuncia in modo chiaro la necessità di
cambiamenti sostanziali nel sistema scolastico italiano. La
partecipazione così nutrita dei neoimmessi in ruolo al sondaggio
costituisce un elemento sicuramente positivo. L’opinione favorevole
delle nuove leve docenti nei riguardi della valutazione meritocratica
e dell’introduzione della progressione di carriera è l’elemento
più importante che emerge. La professionalità docente, tanto
svilita, deve riappropriarsi del proprio ruolo sia all’interno del
sistema dell’istruzione nel suo complesso che a livello sociale, e
questo non può essere disgiunto dalla necessaria rimotivazione
all’insegnamento. La scuola deve ritornare ad essere lo strumento di ascesa sociale per i
cittadini e di promozione del talento di ciascuno, quindi non solo una
“scuola del recupero” ma anche una scuola di valorizzazione delle
capacità personali e delle eccellenze. Uno sforzo molto impegnativo,
che oltre ad interventi di tipo strutturale e di ridisegno
complessivo, che auspichiamo siano condotti in porto dall’attuale
legislatura, richiederà un’azione incisiva dei docenti chiamati a
mettere in atto di metodologie didattiche innovative. |